PENSIERI

Due pensieri vanno ripresi. Il primo è rivolto agli immemori, ai denigratori, sempre in servizio, ai giovani, scarsamente informati, ai “nuovisti” della politica, i quali strombazzano di essere i protagonisti della “prima volta” e i “restauratori” del nostro vivere civile. L’Italia prosperò in cinquant’anni passati più che in qualsiasi altra epoca della sua storia. Abbiamo raggiunto più di quanto sognammo negli anni della nostra giovinezza, della giovinezza della Repubblica. Un concetto inoppugnabile, che, spesso, scade nella insensata diatriba tra prima, seconda, terza Repubblica. Un secondo riferimento – a chiare lettere, senza infingimenti e senza stolti richiami ad una mitica “società civile”, equivoca e sfruttata per i propri comodi – investe la funzione dei partiti nel contesto di una democrazia moderna e compiuta. Partiti e movimenti che vanno rivisti, riformati e semplificati. Infine, a proposito di leggi elettorali , trovare l’equilibrio tra l’esigenza di esprimere un governo di legislatura e la rappresentanza politica del Paese. Precisazioni fondamentali che, con tant’altre, sarebbero da meditare nel superficialismo imperante. (G.D.)